Fingere la solitudine
che non c'è
con il rinforzo
delle idee inventate.
È pieno di mondo
là fuori,
anche senza te.
Ma il silenzio di questo capodanno
rappresenta il mio me
ridipinto estromesso
da me stesso
e dal tutto.
Bruno Zucchermaglio
München, 31.12.2020
è il rimando della morte che ci sospinge in avanti
BZucc
08.09.2021
Preferisco piangere dietro le lenti scure
mentre il sole lambisce
il mio volto venerato.
Non ho rabbia di te
ma di me
che cammino la vita senza impulsi
lontano dai tuoi sguardi.
È solamente dopo che comprendiamo il prima.
Senza contatti, io guardo il cielo
della notte che riverba di te
senza l'idea di un domani
impresentito.
Bruno Zucchermaglio 18.02.2019
Ma tu non mi telefoni
anche se sto nevicando.
Le idee fisse sono contorte
più che mai
mentre lo spettro
dei tuoi segreti si apre
La sensazione dell’adesso
è fatta di un domani
nel sogno inviperito della notte
che non esiste più.
Le parole
senza rimpianti.
che ti scivolano addosso
Le fugaci scene di teatro incantato
sono praline di vetro gommoso
che rimbalzano sulla tua bellezza
che non condivido più.
risaltano le nebbie
sui miei cuscini
mentre le finestre fatte di occhi
di panna.
non guardavano i nostri volti
Ma l'altro cuscino è arrotolato,
smarriti fra i sabbiosi cortili
della mia infanzia perduta
nel refolo di un ricordo sbagliato.
ormai,
e non mi guarda più
Bruno Zucchermaglio 17.04.2018
fisso nella fissità
del tempo che non c'è
le tue memorie sanno di singhiozzo
addormíto.
Bruno Zucchermaglio
München, 02.06.2020
È il tuo sguardo su di me
che mi riconsegna alla vita.
Le frasi che non dici
sono quelle
che meglio comprendo.
Nel tunnel dei tuoi occhi
Sospeso in un vuoto che non comprendo più,
disegno percorsi di fuga
che mi dipanano
non ho parole da dirti
di un inverno mai finito.
giovine capitolo
Bruno Zucchermaglio
03.2018
irresoluto
della mia vita
di sventure distorte.
Volano le rondini
nell'aria ghiacciata
di neve precoce
mentre le favole delle idee
si inebriano
dei nostri ambiziosi desideri
ormai avvizziti.
Le lacrime al vento
non s'asciugano mai
e di contro
imbrattano all'indietro
i nostri volti spauriti
e senilmente infantili
mentre le occhiate
delle genti dabbene
ottundono
il nostro corpo
smembrato e calpestato
fra gli arbusti
e le radici e i rovi
imbrigliato
fra i cespugli
più spogli
Se la dolcezza dei tuoi occhi
si abbandona al sopore della notte
senza me
né te,
l’aridità dei miei pensieri
scalpita all’indietro
e ti abbandona supino
in avanti
verso le mete giocose
della tua vita
di sapori da sempre
interdetti
Bruno Zucchermaglio
2017-2019, München
(Bruno Zucchermaglio
2016)
Quando tornerai
da me
abbraccerò il vento
che contorna
il profondo dei tuoi occhi
incisi nella mia memoria.
La tua presenza
è il profumo degli attimi
sopravvissuti all'inedia
della fantasia.
Bruno Zucchermaglio
München, 25.7.18
E lei torna nei miei pensieri
con fare costante
e risveglia in me
la gioia del ricordo
Una pace serena la turba
sospingendo il mio animo
verso arcane ricerche di vuoto
E lei torna nei miei pensieri
con fare costante
È la felicità della mia
tristezza
Bruno Zucchermaglio
(sera, 10.05.1988)
Non ci sono prati sulla luna
e il vento non soffia mai.
Il ghiaccio rapisce i pensieri
anche i più temerari
e ribelli
mentre le corse delle idee
s’arrestano nell’algida marea bigia.
Ma la luce è fatta di notte
Irrelato
scomposto
enucleato
s’aggira senza mete né rincorse
l’io
che non trova congiunzioni
e transita
imperscrutabile
le vie d’ogni dove
a san donà di piave
la radio rompe gli schemi
e la voce friulana del gr
sovrasta quella veneta
e un suono di carso
di timbro quasisloveno
par di sentire pasolini
e l’idea vola
al lido di ostia
al delitto di stato
eliminare ogni traccia
di chi sapeva ma era debole
e il rimando si allaccia
al mio me
eliminato
e radiato
pestato
e annullato
tritato
e sbriciolato
Bruno Zucchermaglio
(7.12)
questa notte
e un sole buio
s’infiamma sprigionando
luce di cenere
che risorge da se stessa.
Bruno Zucchermaglio
11.5.2016
A ritroso ripercorron le menti
i fatti della nostra giovinezza
non senza un gemito
di malinconico rimpianto.
Ma la vita procede
e nulla fermerà
le nostre membra
e i nostri pensieri
anche se un po’ stantii
lungo le strade e le vie
del domani
impresentito…
A Francesca, 11.11.2014
Credo con cadenza bisettimanale
subisco
impotente
un’implosiva umiliazione.
E nel sentire quanto faccia male
A fatica la stella più prossima
tenta di squarciare
il velo di nubi
che sovrasta
i monti, le teste
e i nostri pensieri
incartapecoriti.
Ma la nostra forza
è più forte
e con essa
l'alone vivido
dei nostri ricordi
scolpiti
e solo apparentemente
immemori.
A Rasa 8.11.2014
capisco
infimamente
la mia egregia condizione.
E appellandomi al mio fare teatrale
agisco
nuovamente
con ammirevole finzione.
Bruno Zucchermaglio
(06.03.1989)
(10.03.1989)
(……………….)
(……………….)
Mi
Hai camminato inconsapevolmente
decontestualizzo
(Bruno Zucchermaglio, 1989)
molte strade,
hai creduto di lasciarvi
molte impronte col peso
del tuo essere…
E un giorno ti sei voltato:
…consapevolezza
di pestare orme già tracciate:
desiderio di non camminare
più…
Sorprendentemente,
all’improvviso,
fra i raggi lumosi e scintillanti
si staglian
da sole
aguzze gocciole
di acqua pioggiosa
E ti senti,
per un momento,
smarrito
e privato dal conforto
dell’ordine
Ma in breve,
rimirando e pensando,
l’infrazione
e l’ossimorica coppia
sono il sollievo
del tuo vivere
strano,
rincuorato, ora,
da un evento
rado
ma in natura,
dal suo essere
egregio
come pioggia al sole
Bruno Zucchermaglio
Bruno Zucchermaglio
(15.5.1988)
Le corde
del pensiero
vibrano
sulla gracile
insicurezza
del tuo essere
mio
Una valle
ti stringe
la gola
fin sulla testa
protesta
Raccogli
le membra
studiate
e allontanami
le braccia
Vivrò
nell’insistenza
Bruno Zucchermaglio
(un giorno notturno
fra il 1996 e il 1997)
Tra le indescrivibili grettezze
del mio animo infimo e marcio,
si apre un oscuro spiraglio
nerastro,
offuscato da fuliggine remota
frammistato di rimandi e di rimorsi
scoloritisi
lontano dal chiarore solare
che li aveva generati.
E inghiottendo
e masticando
questa nuova terra di carbone,
io,
minuto essere,
ambiziosamente elevatomi
al di sopra di tutte le costellazioni,
consciamente sprofondato
nelle viscere degli inferi più struggenti,
mordenti e dilanianti,
innalzo le mani
agognanti una stretta fidata
Eternamente
mi rivedo
sospinto dipinto
tra le fauci
d’un’incognita
misura
Il tempo
mi trascina intanto
Laddove
pietanze sorvolano
tavole
dipinte
da sorrisi in festa
d’intorno
rimuovo
lo spacco
segretamente
dassolo
Bruno Zucchermaglio
(da "Non scriverò
troppe poesie")
Bruno Zucchermaglio
(26/07/1988)
Qui sotto è possibile scaricare il file pdf della breve raccolta.
Fra le rughe più strette
dei miei denti più larghi
s’avanzano liete e inafferrabili
le ore della vita dispersa
E facendo leva
sulle inaspettate sequenze
del mio essere domani,
le angosciate paure
del presente infuturito
agganciano il mio corpo
alle grinze più putride
della terra invivibile
E nascendo dalla morte,
la gretta rispondenza
dei miei sensi recisi
accavalla le orme troppo nitide
del mio passato convulso
e inaspettatamente
vicino
I mesi di luglio
le patenti si festeggiano
a ritmo di fax
Contanti saluti
alla Sua signora
volete dirmi voi perché
perché perché ed ancora
perché
le ricorrenze vicine
abbassano finestrini
di metri e metri
infondo alla via
strascicando se stessi
senza rincorrere
le pallottole alate
che penetrano le mie menti
senza volere volendo
e volando
qui là su giù addestra assinistra
in centro in basso in alto
noncapisco più nulla
ho la mente con-fusa
da portafogli vuoti
che però son pieni
- come dici tu,
parvus musicus
grandissimamente tu -
Esse tanto mi dà tanto
perché non è mai possibile
dare vita a quelle
siffatte ordinanze del cuore
che saltano da un io
all'altro
che si fa tu me se che
e che x ama y che non ama x
che però è amato da z
che non è amato da nessuno
o da qualcuno che lui
non sa
e percui
le tensioni dell'oddio-ti amo
si srotolano inutilmente
in direzioni
bivaricate
Perché?
Why?
Warum?
Wiesoeu?
Eallora tornano
e torneranno i mesi di luglio
quando le patenti
si lasciano festeggiare
a ritmo di fax
Bruno Zucchermaglio
(pubblicata in "La nuova Mitteleuropa. Antologia. A cura di
Franco Maria Maggi e Franco Latino, Latmag, Bolzano, 1999)
Bruno Zucchermaglio
L'onda del mare
è fatta di sorrisi seri, cupi
e scontenti
che guardano gli occhi dei gatti
dispersi
sulle spiagge del dissenso.
Ma la luna non parla.
Ella solo ascolta
il miagolìo delle parole silenti.
Bruno Zucchermaglio
7.2013
Rottame
reietto
osso di seppia
rigettato e sputato
dal mare
non fra le sottili sbarre
dell’uccellino
con uno scopo
vedo mettermisi
bensì
affossato nella sabbia
schiacciato
e sepolto
da ogni passo
che transita
sempre più in fondo
inumato
Bruno Zucchermaglio
(1.2013)
Le strade del mattino
la sera
si lasciano scoprire
Viodole squadrattate
non una voce
in giro
Passano i passanti
notturni
soli
in distinti momenti
T'amaverò
Qui
le distanze vicine
le vicinanze distanti
ripiego il futuro
in un presente
d'intorno
Bruno Zucchermaglio
(da "Non scriverò troppe poesie"; 1996)
I miei piedi camminano
sopra gli ombrelloni
chiusi
mentre il mio naso
starnutisce parole
di libertà poetica
tutte intrise di colori
arancione e un po’ marrone.
Il vento mi entra nei capelli
e grida rabbia
di vita negata
A Claudia C. cartolina da Caorle, 29.7.12
Fra i prati srotolati
s'incamminano, inafferrabili,
le ore della vita dispersa
Lasciate spazio all'inconclusione
Non chiudete i ponti
del passaggio proibito
Un'unica certezza infonde
inconfondibile
prigioni d'ovatta rosacea
e sgrezzata
E tutto si fa facile
Bruno Zucchermaglio
(pubblicata in La Poesia nelle Dolomiti, a cura di F.M. Maggi e Frannco Latino, con prefazione di Silvano Demarchi, Bolzano, Latmag Editore, 1995)
Si stagliano da sole
le microscopiche divisioni che abbozzano
tutto l'intorno.
In perimetriche argomentazioni
i sorrisi fanno tavola dal mattino fino a sera.
Le notti, intanto, sorseggiano indisturbate
tutte le compenetrazioni oniriche
ch'avanzano in fase rem.
S'accendono i terminali video
le luci azzurrine, verdine
pennellano a strali i volti rassicurati
e inneggiano alla quiete pubblica,
alla pacifica indolenza,
a terminare le partite estive
con rigorosi imperativi d'autunno
Bruno Zucchermaglio
(tratta da "Confintango", testo teatrale, 2001)
Da un occhio slacciato
non sai mai cosa doverti aspettare
E allora allacciamoci
gli occhi,
incolliamoli alle pareti
più fisse
e regolari in commercio,
inchiodiamo gli sguardi
sulle traiettorie
meno distorte
Ma lasciatemi godere
almeno
la mia segretezza
fra corse e rincorse
di occhi sospinti
ed ansiosi
di un 3 di un 6
di un 9 e uno zero
e di un finale 44
Bruno Zucchermaglio
(tratta da Bolzano, 369044. Cercando LuiLei, romanzo breve, Il Ventaglio, Roma, 1993)
Tant’è che pare
di quanto a tanto
mi rassomiglia a stento
Rivestiamo i riti
dello studio accademico
alla nostra età
non assomigliamo più
a noi stessi
Si lavano le strade
notturne
a Bologna
la città universitaria
verrà decentrata
die Freie Uni von Bozen
si spartisce
lo Sudtirolo d’avanzo
chiamatelo come volete
Sud Tirolo Alto Adige
Nord Trentino Basso Inn
Est Lumbèrd Ovest Friulan
Oetzi Land
Tant’è che pare
di quanto a tanto
mi rassomiglia a stento
Bruno Zucchermaglio
(pubblicata in Parnaso contemporaneo (a cura
di F. M. Maggi e F. Latino), Latmag Editore,
Bolzano, 1998)
Correzioni
si profilano agli orizzonti
Ribadite
sono le insolite prerogative
Toglimi
ancora gli occhiali
con candido sopore
In tutte le tue forme
voglio ricrescere
gustandoti
Bruno Zucchermaglio
(da "Non scriverò troppe poesie"; 1996)
Estemporanea dinamica
mi lascia interdetto
fra le cisti governative
che si incespicano assolutamente
incorrelate
fra loro
e assumono tiritera
inconcludenti
mentre s'assopiscono
le termodinamiche
d'avanzo
in corrispondenza triunivoca
assaporando l'algida
fremente e dirompente
comodità
dell'ammé va bene così
Inutili genuflessioni
astengono
climatiche folle
dall'indietro e dall'avanti
decisionale
mentre in alto alle termiche
sconfitte
si profilano cattedrali
scontornate dall'alto
Bruno Zucchermaglio
dove vanno gli autobus a mezzanotte
e un quarto?
chi si masturba sulle locandine
senza dirlo a nessuno?
la luna lascia un quarto
ad ogni angolo
e tu,
catapalco della vita indossoluta,
mi riguardi dalle parti
meno accomodanti
fra le tisane deodoranti
Anche la camelia
non riconosce il ritmo circadiano
e soffre di insonnia malcelata
guàrdati dalle prime navate
di piombo
le chiese crollano ormai solo in diretta tv
Bruno Zucchermaglio
L’ho tenuto fra le mie braccia
e l’ho baciato:
era un sipario azzurro
anzi bluastro,
morbido
sulle mie guance,
corposo
sotto i miei abbracci
separava
(e separa ancora)
due zone complementari
corrispondenti
ma si apriva
(e spesso s’apre ancora)
lasciando fluire
quel circuito
interattivo
principio
della comparazione
interna,
della tolleranza,
compresenza,
coesistenza,
convivenza
…interna
Madido
il viso
scultoreo.
Bronzeo.
Fosfeni
rifrange il sudore
col sole
fisso sugli occhi
È questa un’immagina data
da me evocata
suscitata;
esistenza instaurata
e dunque forgiata
filtrata
epurata
Bruno Zucchermaglio
(20/05/1989)
… soprattutto agognata.
Bruno Zucchermaglio
(09/05/1989)
Comanda
il mondo
delle nevi
sui grezzi
altopiani
d'estate
ritorna
il volo delle partite
combattute
La vita
di giorno
e per le strade
deserte di te
Sui miei cervelli
s'illuminano
le briciole
del tuo bisogno
Ettamo
Bruno Zucchermaglio
(da "Non scriverò troppe poesie"; 1996)